Bussolengo, la città dell’amore eterno e delle pesche, kiwi, rose, scarpe e San Valentino
William Shakepeare ha scoperto a Bussolengo un San Valentino protettore di bestiame...
Ha soffiato recentemente a Verona il titolo di città dell’amore. Ma è anche la terra delle pesche, del kiwi, delle rose, delle scarpe, dei tortellini, della trippa, dell’artigianato, della natura viva e di scrigni di arte medievale e barocca.
Bussolengo, 20mila abitanti a dodici chilometri dalla città di Romeo e Giulietta e a due passi dal lago di Garda, è un vero e proprio concentrato di eccellenze. Culla di molte imprese di statura nazionale nei più disparati settori, sede di uno dei primi parchi natura sorti in Italia, palestra di tradizioni culinarie, da qualche mese si è guadagnata il titolo di “Città dell’amore eterno” assegnatole dal Corriere della sera grazie a un progetto di marketing turistico e commerciale incentrato sul patrono san Valentino.
Secondo una leggenda, raccontata nel libro Il segreto del Santo innamorato e rilanciata recentemente dall’amministrazione comunale, proprio a Bussolengo William Shakespeare avrebbe scoperto il segreto del martire ternano, trasformando così un anonimo vescovo nel terzo secolo nel protettore degli innamorati di tutto il mondo.
Fino al 1600, infatti, il vescovo di Terni – decapitato sulla via Flaminia nell’anno 273 – era venerato in molte città europee come santo taumaturgo e invocato in particolare contro l’epilessia, mentre a Bussolengo era considerato il protettore del bestiame.
Poi, a partire dal XVII secolo, Valentino è diventato inspiegabilmente il patrono degli innamorati e il primo testo letterario a parlarne in questi termini è l’Amleto di Shakespeare. Secondo le leggenda il Bardo, giunto in Veneto in cerca di ispirazione, si sarebbe imbattuto casualmente nella chiesa di San Valentino di Bussolengo: qui - risolvendo un indovinello contenuto in una lapide – avrebbe avuto accesso al segreto del Santo e alla Rosa dell’eterno amore donatagli dall’amata moglie e in grado di conferire la sapienza del più misterioso dei sentimenti a chi la possiede.
Shakespeare - per non incorrere nelle ire dei monarchi inglesi di culto anglicano - avrebbe “nascosto” la vita del santo in opere come I due gentiluomini di Verona (il cui protagonista si chiama proprio Valentino) e Romeo e Giulietta (in tutto simile alla più celebre leggenda di san Valentino, quella del soldato romano Sabino e della cristiana ternana Serapia).
Leggende a parte, quel che è certo è che la chiesa di San Valentino di Bussolengo – edificata nel 1339 – contiene le più antiche raffigurazioni del patrono, tra cui una statua lignea del Cinquecento e ben tre cicli di affreschi che sono gli unici al mondo a raccontare la vita di un santo tanto celebrato quanto misterioso.
Altrettanto certo è il successo del progetto messo in campo dal sindaco Paola Boscaini (lista civica) per far conoscere al mondo il Protettore degli innamorati e trasformarlo in una risorsa economica e turistica.
“Valentino ha già salvato una volta l’economia del territorio nel 1711, guarendo il bestiame da una grave epidemia. Oggi con il progetto La Rosa di San Valentino lo sta facendo di nuovo” commenta.
Il progetto varato nel 2017, prende le mosse dal “Bacio di San Valentino”, ovvero il dolce ufficiale della festa, creato lo scorso anno tramite un concorso pubblico aperto a tutte le pasticcerie della città e che vede la ricetta vincitrice prodotta oggi da tutte gli esercizi che avevano partecipato alla gara. Successivamente, il Comune ha bandito un altro concorso pubblico per la realizzazione di un logo da trasformare nel marchio ufficiale di San Valentino.
Un’intuizione tanto semplice quanto geniale: oggi, infatti, la festa di San Valentino è uno degli eventi dal più forte impatto commerciale in tutto il mondo, eppure nessuno aveva mai pensato a un marchio e una linea di prodotti che la identificasse. D’altra parte il cuore non si può brevettare. La Rosa, invece, sì. Ed è quello che ha fatto il Comune di Bussolengo: “La Rosa di San Valentino Eternamore” con il logo realizzato dal vincitore del contest (uno studente di grafica ventenne) è oggi associato a tutti i prodotti di eccellenza del territorio. A cominciare dalla rosa stessa, prodotta da Flover, grande azienda di floricoltura di Bussolengo. “Si tratta un fiore selezionato e brevettato che riproduce esattamente la rosa che il santo usava donare ai fidanzati” spiega il sindaco. Ma sono già nati i tortellini prodotti dal pastificio Avesani, gli anelli e le monete coniate a mano. E sono in preparazione altri prodotti come l’olio, il profumo e scarpe da donna.
“Acquistare un prodotto, partecipare ad una delle iniziative contrassegnate dal marchio – spiega Boscaini - significa lasciarsi avvolgere dalla magia dell’Eternamore e immergersi nella straordinaria storia che l’ha ispirato”.
Ad accomunare questi prodotti, oltre al tema valentiniano, anche la natura rigorosamente artigianale e la qualità garantita dal consorzio “La rosa di San Valentino” in via di costituzione. “Che non sarà riservato ai soli prodotti di Bussolengo – spiega ancora il sindaco Boscaini – ma potrà essere aperto alle aziende di tutta Italia che trasmettano valori radicati come la passione per il lavoro e per il proprio territorio”.
Parallelamente al progetto “La rosa di San Valentino”, infatti, il Comune sta costituendo una rete tra tutte le città del mondo che hanno come patrono il santo degli innamorati, proprio con l’obiettivo di una promozione turistica integrata. Intanto sulle strade della città è comparsa una panchina a forma di rosa realizzata dal fabbro d’arte Simone Scapini, già collaudata da una coppia di sposi freschi di cerimonia.
Non solo Valentino, comunque: tra le specialità della città ci sono anche le pesche. La trippa è poi un vero e proprio piatto di culto, protagonista addirittura di un concorso organizzato proprio in occasione della festa patronale e che vede tutti i ristoranti e tutti i bar della città contendersi il titolo “La tripa pì bona de San Valentin”.
Una volta degustati ravioli, trippa, pesche e baci, poi, per digerire si può andare a visitare il parco “Natura viva”, che si trova proprio alle porte della città.
Il parco è, nel 1969, casa di un ippopotamo lasciato da un circo: Pippo, divenuto mascotte e simbolo stesso della struttura, tanto che il suo monumento in bronzo accoglie oggi i visitatori all’ingresso, visto che l’animale in carne ed ossa è morto nel 2009. E’ invece scomparso appena pochi mesi fa Gonzalo, che con i suoi 70 anni era il secondo ippopotamo più vecchio d’Europa e padre di oltre dieci figli disseminati nei parchi di tutta Europa, l’ultimo nato appena cinque mesi fa.
Oggi è un importantissimo centro di tutela per le specie minacciate e della biodiversità, senza gabbie e in stretta sinergia con gli altri parchi di questo genere.
Tra gli altri luoghi da visitare a Bussolengo, la cinquecentesca Villa Spinola, teatro di mostre ed eventi, il Museo sul Canale Biffis allestito all’interno della Centrale idroelettrica e le chiese di San Rocco (totalmente affrescata e un tempo ospizio degli ammalati di peste), San Salvar (tra i pochissimi casi di chiesa “rovesciata”, visto che nell’Ottocento la porta di ingresso ha sostituito l’abside e viceversa), Santa Maria Maggiore (curioso esempio di ampliamento moderno di una chiesa antica, con la navata contemporanea costruita perpendicolare alla chiesa originaria, fino a formare una T in cui l’altare moderno è situato proprio nel mezzo della struttura antica) e il Santuario della Madonna del Perpetuo Soccorso, nel cui chiostro si trova un ciclo di 42 lunette affrescate sulla vita di San Francesco che contiene episodi totalmente inediti della storia del Poverello come la nascita e una presunta levitazione, il salvataggio di un bambino, il miracolo secondo cui avrebbe fatto sgorgare vino da una fontana e il corpo ritrovato nella sepoltura perfettamente intatto.
Di Arnaldo Casali Wordpass.it